Prof. Dan Bahat a Vercelli

 

Nei giorni dal 30 e 31 maggio 2011 il famoso archeologo israeliano Dan Bahat, su invito dell’Associazione Italia Israele di Vercelli e con l’interessamento fattivo del Comune di Vercelli e della Facoltà di Lettere e di Filosofia della Università del Piemonte Orientale, ha onorato con la sua presenza la Città di Vercelli.

Il suo intervento si è articolato su tre momenti.

Ha avuto inizio con la lezione tenuta agli studenti dell’Università alle ore 14 di lunedì presso la “Cripta di S. Andrea” ed ha trattato come argomento “L’archeologia delle crociate in Israele con riferimento ai nuovi sviluppi della ricerca”.

Il prof. Bahat, specializzato in archeologia medioevale e per anni Sovrintendente alle antichità in Gerusalemme, si è soffermato in particolare sulla delimitazione della Gerusalemme cristiana e sulle analogie architettoniche ed urbanistiche rilevabili con le contemporanee edificazioni in Occidente. Al termine della lezione stimolanti quesiti sono stati posti da docenti e da studenti partecipanti, in particolare il prof. Ferrari Giacomo docente di glottologia ed il prof. Brusa Carlo Rettore e docente di geografia, i quali si sono soffermati su aspetti inerenti le loro materie di insegnamento ed hanno ringraziato l’ospite avendo per lui parole molto cortesi e lusinghiere.

Alle ore 21 presso il Piccolo Studio in S. Andrea, di fronte ad un folto pubblico che ha gremito la sala in un meraviglioso contesto costituito dal magnifico chiostro e da una luminosa serata di maggio, dopo il saluto inviato dal dott. Fossale Pier Giorgio, assessore alla cultura del Comune di Vercelli e quello formulato dal prof. Ferrari a nome dell’Università, il prof. Bahat ha svolto l’argomento della conferenza, dal titolo : “Il secondo Tempio di Gerusalemme”.

Egli ha spiegato prima di tutto che come tale deve intendersi il Tempio di Erode, trattandosi in effetti non del secondo, ma del quarto Tempio edificato in Gerusalemme.

Poi è passato agli ampliamenti effettuati ed alle modalità di esecuzione nella costruzione rispetto al Tempio precedente, soprattutto riguardo alla spianata.

L’aspetto più significativo dell’esposizione è stato certamente quello del “metodo” seguito, con l’esame dei riscontri dati dai reperti archeologici e dai testi disponibili, Mishnah, Vangeli, Giuseppe Flavio. Ne è risultato un quadro d’insieme illuminante sui metodi seguiti nella ricerca e soddisfacente negli esiti.

Al termine dell’esposizione arricchita da immagini eloquenti, una vera ovazione ha salutato l’illustre ospite.

I suoi modi semplici, il suo approccio lineare, la sua esposizione chiara non priva di una arguzia propria delle sue origini, ed infine la sua sicura e rigorosa preparazione formatasi sui testi e sul campo gli hanno assicurato il favore del pubblico. Ci aveva confidato in precedenza di aver studiato archeologia all’Università di Tel Aviv come altri affrontano la matematica e l’ingegneria, con lo stesso rigore.

Abbiamo avuto modo di accorgercene.

Ho già accennato alla semplicità di modi ed alla modestia di atteggiamenti di questo grande studioso. La verità è che non gli interessa apparire, non ne ha bisogno.

Nato in Polonia, nel 1939 si è trasferito in Palestina dove il padre già si era stabilito in precedenza, impegnato alla bonifica delle paludi presso Cesarea.

In Israele ha compiuti i suoi studi laureandosi infine in archeologia e specializzandosi in archeologia medioevale per passare poi allo studio “sul campo” di insediamenti dell’età del bronzo.

Nominato successivamente “Sovrintendente ai beni archeologici di Gerusalemme” si è molto occupato di tutti gli aspetti storici, architettonici e urbanistici della Città.

Ora da “pensionato” si avvale della sua conoscenza dell’italiano per viaggi in Italia ed ha un incarico di docenza in una Università canadese, a Toronto, dove soggiorna periodicamente. La sua residenza abituale si trova nei pressi di Gerusalemme dove abita in una “casetta ombrosa” insieme alla moglie, la quale non si occupa di archeologia.

Ha quattro figli, tutti laureati, due dei quali lo scorso anno hanno attraversato l’Africa da Città del Capo all’Etiopia in motocicletta. A loro, ci ha detto argutamente, hanno giovato in tale impresa più delle conoscenze teoriche quelle pratiche di meccanica.

Un personaggio affascinante e lo ha dimostrato in particolare durante la visita agli “scavi” effettuati dalla Università di Vercelli presso il Convento cluniacense e l’annessa Chiesa di Castelletto Cervo avvenuta nella mattina di martedì 31.

L’iniziativa della visita ed il cortese invito sono stati della prof.ssa Cantino Wataghin Gisella, docente di archeologia cristiana e curatrice dei lavori in corso a Castelletto. Qui un gruppo di studenti guidato dalla prof.ssa Destefanis Eleonora e dal dott. Ardizio Gabriele, sta operando per evidenziare nella sua pienezza un sito che agli inizi del secondo millennio ebbe per il territorio circostante grande rilevanza economica.

In brevissimo tempo il prof. Bahat, che aveva accettato con grande entusiasmo l’invito, con poche domande, un esame al terreno ed ai disegni, ha dimostrato di essersi reso conto delle problematiche e dell’interesse del sito, caratterizzato anche da certe peculiarità della struttura architettonica, come ad esempio la doppia chiesa, destinata ai malati ed altri aspetti, che sono risultati estremamente coinvolgenti per lui.

Dalla sua persona traspariva la gioia di apprendere, la curiosità ed il desiderio di imparare cose nuove che è il segreto di ogni animo nobile.  

                                                                                                 Pasquale De Fazio

Ben Gurion - Herzl
Ben Gurion - Herzl

Se lo volete, non è una favola!   (T. Herzl 1860-1904)

 

 

 

 

 

 

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